Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13437 del 21 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:13437PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare l'istanza di concessione di misure alternative alla detenzione, deve considerare in modo equilibrato e ponderato tutti gli elementi acquisiti, senza attribuire valore determinante a singole circostanze, ma operando un complessivo bilanciamento tra gli aspetti positivi e negativi della personalità e della condotta del condannato, al fine di formulare una prognosi ragionevole circa il suo effettivo reinserimento sociale. In particolare, le informazioni fornite dalle forze dell'ordine in merito a presunti legami con la criminalità organizzata devono essere adeguatamente riscontrate e valutate nel contesto complessivo della situazione del detenuto, senza che tali elementi possano di per sé escludere la concessione delle misure alternative, ove risultino prevalenti gli altri fattori indicativi di un percorso di recupero e di reinserimento. Il giudice è tenuto a motivare in modo esaustivo e logico la decisione, dando conto del bilanciamento effettuato tra tutti i profili rilevanti, positivi e negativi, emersi nel caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesc - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1131/2012 TRIB. SORVEGLIANZA di NAPOLI, del 08/05/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

lette le conclusioni del PG Dott. D'((omissis)), il quale ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA IN FATTO ED IN DIRITTO

1. Con ordinanza del di' 8 maggio 2012 il Tribunale di sorveglianza di Napoli rigettava l'istanza di concessione della misura dell'affi…

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