La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: Nell'ambito delle procedure di gara per l'affidamento di appalti pubblici, la stazione appaltante può procedere alla verifica di congruità dell'offerta anche in assenza dei presupposti di cui all'art. 86, comma 2, del D.Lgs. n. 163/2006, in virtù della facoltà prevista dal successivo comma 3 della medesima disposizione, purché tale decisione sia sorretta da elementi specifici che inducano a ritenere l'offerta anormalmente bassa. Tale valutazione discrezionale della stazione appaltante è sindacabile in sede giurisdizionale solo in presenza di manifesta irragionevolezza, erroneità dei presupposti o contraddittorietà. L'aggiudicazione provvisoria, essendo un atto endoprocedimentale ad effetti instabili, non è idonea a determinare in capo all'interessato alcun affidamento tutelabile, ma solo una mera aspettativa di fatto alla conclusione del procedimento, sicché la sua revoca non richiede la comunicazione di avvio del procedimento di annullamento in autotutela. La mancata indicazione nei verbali di gara delle modalità di custodia dei plichi contenenti gli atti del procedimento non costituisce di per sé causa di illegittimità, in assenza di elementi concreti che facciano dubitare della genuinità e integrità degli stessi.