Cassazione penale Sez. I sentenza n. 21376 del 20 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:21376PEN

Massima

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Il provvedimento applicativo di una misura di prevenzione personale, quale la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, deve essere sorretto da una motivazione logica e coerente, che faccia specifico riferimento alla situazione concreta della persona sottoposta al procedimento, senza alcun travisamento dei fatti e delle posizioni giuridiche soggettive. La motivazione non può essere generica o meramente assertiva, ma deve illustrare in modo chiaro e analitico gli elementi di fatto e di diritto che giustificano l'adozione della misura, in modo da consentire un effettivo controllo sulla legittimità e sulla ragionevolezza del provvedimento. Il giudice è tenuto a valutare con rigore la sussistenza dei presupposti di legge, senza poter fare affidamento su dati fattuali o posizioni giuridiche riferiti erroneamente alla persona destinataria della misura. Il rispetto di tali principi è essenziale per assicurare la tutela dei diritti fondamentali della persona e la conformità del provvedimento ai canoni di legalità e di giustizia sostanziale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 19/2012 CORTE APPELLO SEZ.DIST. di TARANTO, del 20/06/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

lette le conclusioni del PG Dott. IZZO Gioacchino, il quale ha chiesto l'annullamento con rinvio del decreto impugnato.

OSSERVA

visto il ricorso per cassazione proposto da (OMISSIS), con l'assistenza del difensore di fiducia, avverso il decreto adottato il 20 gi…

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