Cassazione penale Sez. II sentenza n. 45213 del 12 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:45213PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione della sentenza impugnata, non può procedere a una rinnovata valutazione degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione, né adottare nuovi e diversi parametri di ricostruzione e apprezzamento dei fatti. Il controllo di legittimità sulla motivazione è circoscritto alla verifica della coerenza strutturale della decisione, della sua logicità e congruenza argomentativa, senza poter entrare nel merito delle valutazioni compiute dal giudice di merito. Pertanto, le censure che si limitano a prospettare una diversa ricostruzione e valutazione dei fatti, senza indicare specificamente i vizi logici o le macroscopiche illogicità della motivazione, sono inammissibili. Analogamente, la determinazione della pena e il diniego delle circostanze attenuanti generiche rientrano nella discrezionalità del giudice di merito, la cui motivazione è immune da vizi di legittimità se logica e congrua, anche laddove si fondi su elementi di fatto, come la gravità intrinseca del fatto e i precedenti penali dell'imputato, che possono rilevare sia ai fini della commisurazione della pena che del diniego delle attenuanti, senza con ciò violare il principio del "ne bis in idem".

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - est. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS), rappresentata e assistita dall'avv. (OMISSIS), di fiducia;
avverso la sentenza della Corte d'appello di Firenze, prima sezione penale, n. 1650/2012, in data 10.07.2012;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
preso atto della ritualita' delle notifiche e degli avvisi;
sentita la relazione della causa fatta dal consigliere dott. ((omissis));
udita la requisitoria del sostituto procuratore generale dott. ((omissis)) che ha conclus…

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