Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 28836 del 5 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28836PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni ai sensi dell'art. 12-sexies della Legge n. 356 del 1992 può essere disposto anche in assenza di un nesso di diretta pertinenzialità tra i beni oggetto della misura cautelare reale e i reati ascritti agli indagati, purché sussista il fumus commissi delicti e il periculum in mora, quest'ultimo ravvisabile nella palese sproporzione tra il valore dei beni sequestrati e i redditi lecitamente dichiarati e percepiti dal soggetto indagato e dal suo nucleo familiare. Tale sproporzione, che legittima la presunzione semplice di illecita accumulazione patrimoniale, deve essere valutata in relazione al momento dell'acquisto di ciascun bene, senza che sia necessaria la prova di una diretta derivazione dei beni dal reato, essendo sufficiente l'assenza di valide giustificazioni circa la loro lecita provenienza. La duplice presunzione di interposizione nella titolarità dei beni del prossimo congiunto convivente e di illecita accumulazione patrimoniale del nucleo familiare dell'indagato trova conferma nell'incongruenza tra le disponibilità finanziarie e patrimoniali accertate e i redditi dichiarati, anche se derivanti da attività lavorative svolte in modo irregolare, non potendosi considerare tali redditi come leciti ai fini della giustificazione della sproporzione. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei presupposti per il sequestro preventivo, non è tenuto ad accogliere acriticamente le deduzioni difensive non sorrette da adeguata dimostrazione, potendo invece fondare il proprio convincimento sui dati contabili e documentali emergenti dalla ricostruzione complessiva del patrimonio familiare, anche in considerazione della tipologia del reato contestato e della sua idoneità a generare proventi illeciti in un arco temporale antecedente alla sua consumazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. GRAMENDOLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. ((omissis)) - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS), terza interessata;

avverso l'ordinanza in data 19/06/2012 del Tribunale di Palermo;

esaminati gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;

udita in camera di consiglio la relazione del consigliere Dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero in persona del sostituto Procuratore Generale Dott. IACOVIELLO ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

1. Nel quadro delle indagini pr…

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