Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 44983 del 24 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:44983PEN

Massima

La chiamata di correo, se assistita dai requisiti della credibilità del dichiarante, dell'intrinseca consistenza e coerenza delle dichiarazioni rese e dell'esistenza di riscontri esterni, costituisce prova diretta contro l'accusato. Il giudice, nel valutare la chiamata di correo ai sensi dell'art. 192, comma 3, c.p.p., deve motivare adeguatamente in ordine alla sussistenza di tali requisiti, in modo da rendere la valutazione della prova conforme ai canoni di razionalità e logicità. La chiamata di correo, se assistita da tali garanzie, può fondare la condanna dell'imputato, anche in assenza di ulteriori elementi di prova, purché la motivazione del giudice sia esaustiva e convincente nel dimostrare la credibilità intrinseca ed estrinseca della dichiarazione accusatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. AGRO' Antonio - Consigliere

Dott. MILO Nicola - rel. Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LU. AL. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2996/2006 CORTE APPELLO di BOLOGNA, depositata il 19/11/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/09/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MILO Nicola;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. EUGENIO SELVAGGI che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito per il ricorrente e l'Avv. PASTORE…

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