Il parere paesaggistico reso dalla Soprintendenza oltre il termine di 90 giorni previsto dall'art. 146, comma 8, del d.lgs. n. 42/2004 perde il suo carattere vincolante, con la conseguenza che l'amministrazione comunale non può negare il rilascio del titolo paesaggistico sulla base di tale parere, ma deve procedere a una propria autonoma e motivata valutazione della compatibilità dell'intervento con il contesto paesaggistico di riferimento. Inoltre, in relazione ad opere realizzate in epoca antecedente all'apposizione del vincolo paesaggistico, incombe sull'amministrazione l'onere di motivare compiutamente in ordine alla compatibilità dell'intervento con il vincolo sopravvenuto e di individuare specificamente la porzione di manufatto abusiva, non potendo ordinare la demolizione dell'intero. Infine, per le opere rientranti nell'ambito dell'edilizia libera, l'amministrazione non dispone del potere demolitorio. Pertanto, la dichiarazione di inefficacia della SCIA e l'ordinanza di demolizione, fondate esclusivamente sul parere soprintendentizio tardivo e privo di carattere vincolante, nonché su una carente istruttoria e motivazione in ordine alla compatibilità paesaggistica e all'individuazione dell'abuso, sono da ritenersi illegittime.