La confisca per equivalente ai sensi dell'art. 322-ter c.p. è obbligatoria anche nell'ipotesi di applicazione della pena su accordo delle parti, non necessitando di alcuna dimostrazione del nesso di pertinenzialità tra il delitto e i beni da confiscare, essendo sufficiente la mera perpetrazione del reato. Tale misura cautelare reale può incidere contemporaneamente sui beni dell'ente che ha tratto vantaggio dal reato e su quelli della persona fisica che lo ha commesso, senza che ciò comporti un superamento del valore complessivo del profitto confiscabile. La responsabilità patrimoniale dell'ente ex d.lgs. 231/2001 non esclude la suscettibilità di confisca per equivalente dei beni dell'autore del reato, in quanto le due forme di responsabilità, amministrativa e penale, coesistono con le rispettive conseguenze di legge. Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente non necessita della dimostrazione del fumus commissi delicti o del periculum in mora in relazione ai beni da sottoporre a vincolo, essendo sufficiente l'accertamento della commissione del reato. La partecipazione dei medesimi giudici alle diverse fasi del procedimento cautelare reale non determina incompatibilità o nullità, dovendo eventualmente essere fatta valere mediante ricusazione.