Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4573 del 1 febbraio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:4573PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) sussiste quando l'agente, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva, ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. Tali condotte, caratterizzate dalla loro abitualità e dalla consapevolezza dell'agente circa la loro idoneità a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice, possono concorrere con il reato di diffamazione (art. 595 c.p.) quando le stesse integrino anche la fattispecie di diffamazione, in quanto lesive della reputazione della persona offesa. Il concorso tra i due reati è ammesso in ragione della diversità dei beni giuridici tutelati (la libertà personale nel caso degli atti persecutori, la reputazione nel caso della diffamazione) e della diversità del disvalore contrastato dalle due norme, non essendo il disvalore della diffamazione assorbito integralmente in quello degli atti persecutori. Pertanto, la medesima condotta dell'agente, se idonea a integrare sia il reato di atti persecutori che quello di diffamazione, può dar luogo a un concorso formale di reati, in ragione della diversità degli interessi tutelati e dell'autonomia strutturale delle fattispecie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta Maria - Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - Relatore

Dott. GIORDANO Rosaria - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Ga.Ca. nato a C il (Omissis)
avverso la sentenza del 5 dicembre 2022 della Corte Appello di Brescia
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Bifulco Daniela;
letta la requisitoria del Sostituto Procuratore generale Loy Maria Francesca, la quale ha chiesto pronunciarsi l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appello di Brescia ha confermato la sentenza con cui il Tribunale il Bergamo ha dichiarato Ga.Ca. responsabile dei delitti di cui a…

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