La stazione appaltante può legittimamente escludere un operatore economico dalla procedura di gara, anche in assenza di una pronuncia giurisdizionale di accertamento delle inadempienze contrattuali, qualora ritenga motivatamente che l'operatore abbia commesso gravi negligenze o malafede nell'esecuzione di precedenti affidamenti, ai sensi dell'art. 38, lett. f), del d.lgs. n. 163/2006. Tale valutazione discrezionale della stazione appaltante non è sindacabile in sede giurisdizionale, salvo che non risulti affetta da macroscopici errori di fatto o di diritto. L'esclusione è giustificata anche in assenza di una formale risoluzione contrattuale, essendo sufficiente l'accertamento di significative carenze nell'esecuzione del servizio, come il mancato avvio della raccolta differenziata porta a porta, lo scarso numero di operatori impiegati, il mancato svuotamento dei cassonetti e lo scarso spazzamento manuale e meccanizzato, che hanno determinato gravi disservizi per l'utenza. L'art. 80, comma 5, lett. c), del d.lgs. n. 50/2016, che circoscrive le ipotesi di esclusione alle sole significative carenze nell'esecuzione che abbiano causato la risoluzione del contratto, non trova applicazione ratione temporis alla procedura in esame, regolata dal previgente d.lgs. n. 163/2006. L'esclusione dalla gara non determina un diritto al risarcimento del danno in capo all'operatore escluso, in assenza di un accertamento dell'antigiuridicità della condotta della stazione appaltante.