Cassazione penale Sez. II sentenza n. 16652 del 29 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:16652PEN

Massima

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Il giudice può motivare il provvedimento cautelare mediante il richiamo, anche integrale, del contenuto di un atto del procedimento, purché tale atto sia conosciuto o conoscibile dall'interessato e la motivazione risulti congrua rispetto all'esigenza di giustificazione del provvedimento, essendo altresì chiaro che il giudice abbia preso cognizione del contenuto delle ragioni del provvedimento richiamato e le abbia ritenute coerenti con la propria decisione. Il tribunale del riesame, investito dell'impugnazione, ha giurisdizione di merito sulla vicenda "de libertate" e deve risolvere il contrasto sostanziale tra la libertà del singolo e la necessità cautelare, potendo dichiarare la nullità dell'ordinanza cautelare solo ove questa sia priva di motivazione in senso grafico ovvero si risolva in clausole di stile, senza che sia possibile individuare le esigenze cautelari il cui soddisfacimento si persegue, non essendo sufficiente a tal fine la mera difformità della motivazione rispetto ai parametri di cui all'art. 292 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO Giuseppe Mari - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Taranto nel procedimento penale a carico di:

Vi. Gi. (nato il (OMESSO));

avverso l'ordinanza del 07.07.2010 del Tribunale del riesame di Taranto;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dr. Margherita Bianca Taddei;

Sentita la requisitoria del sostituto procuratore generale Dr. Alfredo Montagna, il quale ha concluso chiedendo l'annullam…

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