L'obbligo vaccinale per l'accesso e la frequenza ai servizi educativi e di prima infanzia, previsto dalla normativa regionale, è legittimo e proporzionato alla tutela del diritto alla salute pubblica, in quanto misura necessaria a prevenire il diffondersi di malattie infettive gravi, in assenza di comprovati motivi di esonero sanitario. Il bilanciamento tra il diritto individuale di scelta terapeutica e l'interesse collettivo alla protezione della salute collettiva, in una situazione di emergenza sanitaria, giustifica l'imposizione di tale obbligo, che non viola il principio di uguaglianza né il diritto all'istruzione, essendo volto a garantire la frequenza in condizioni di sicurezza. L'obbligo vaccinale, pertanto, rappresenta una limitazione legittima e proporzionata dei diritti individuali, in attuazione del dovere di solidarietà sociale e del principio di precauzione, a tutela della salute pubblica, prevalente rispetto alle esigenze di libertà personale, in assenza di comprovati motivi di esonero sanitario. La normativa regionale che introduce tale obbligo, pertanto, è conforme ai principi costituzionali e non eccede i limiti della discrezionalità legislativa, risultando adeguata e ragionevole rispetto allo scopo di prevenzione epidemiologica perseguito.