Il pubblico ministero può validamente presentare l'atto di impugnazione di un provvedimento cautelare anche a mezzo di persona incaricata addetta al suo ufficio, senza necessità di un atto formale di delega o di attestazione dell'identità dell'incaricato da parte del pubblico ufficiale che riceve l'atto, in quanto la qualità pubblica dell'organo e degli appartenenti al relativo ufficio giustifica l'assenza di tali requisiti di "autenticazione". Inoltre, il pubblico ministero può fondare l'impugnazione anche su informazioni successive al provvedimento impugnato, in quanto trattandosi di statuizioni ontologicamente "fluide" e mutevoli nel tempo, presuppongono per loro natura una facoltà di deduzione e allegazione probatoria delle parti che non si cristallizza in uno specifico momento processuale. Infine, la copia certificata come conforme all'originale dell'atto di impugnazione è del tutto equivalente a quest'ultimo, sicché il relativo profilo non determina una nullità dell'atto.