Cassazione penale Sez. II sentenza n. 32463 del 18 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:32463PEN

Massima

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Il riconoscimento dell'aggravante di cui all'art. 416-bis.1 c.p. (metodo mafioso) non richiede la dimostrazione di una struttura criminale organizzata secondo il modello tipico dell'associazione mafiosa, ma è sufficiente che l'azione delittuosa sia stata realizzata con modalità tali da evocare la forza intimidatrice e la condizione di assoggettamento tipiche dell'agire mafioso, creando nella vittima il timore di trovarsi di fronte alle istanze prevaricatrici di un gruppo criminale organizzato. Pertanto, l'aggravante può essere riconosciuta quando l'azione criminosa sia funzionale a instaurare nella vittima una condizione di soggezione, anche in assenza di una struttura associativa formalizzata, purché siano presenti elementi che richiamino il metodo e la forza di intimidazione propri dell'agire mafioso, come l'esplicita evocazione dell'appartenenza degli autori a un contesto criminale organizzato operante in un determinato territorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 10/02/2020 del TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;
udita la relazione svolta dal Consigliere LUCIANO IMPERIALI;
sentite le conclusioni del PG STEFANO TOCCI che conclude per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale del riesame di Napoli con ordinanza in data 10/2/2020 ha conferma…

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