Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14462 del 11 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:14462PEN

Massima

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Il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso si configura quando l'agente, mediante minacce o violenza, costringe la vittima a compiere o omettere atti che incidono sulla sua libertà di iniziativa economica, procurando così un ingiusto profitto per sé o per altri e un danno patrimoniale per la vittima, a prescindere dall'effettivo conseguimento del profitto. L'aggravante di cui all'art. 7 della L. 203/1991 sussiste anche quando l'agente non faccia riferimento a specifici assetti organizzativi di un'associazione mafiosa, essendo sufficiente che il suo comportamento intimidatorio sia connotato dalle modalità tipiche del metodo mafioso, anche solo per la sua valenza ambientale. Il reato di estorsione si configura anche quando l'agente, pur non conseguendo un diretto profitto economico, impedisca alla vittima di esercitare liberamente la propria attività imprenditoriale, cagionandole così un danno patrimoniale. Ai fini della configurabilità del reato di estorsione, non è necessario che l'agente vanti un credito nei confronti della vittima, essendo sufficiente che la condotta minacciosa sia oggettivamente volta a conseguire un profitto ingiusto. La continuazione tra più reati di estorsione può essere esclusa quando i fatti, pur essendo omogenei, presentino motivazioni e modalità esecutive diverse e siano stati commessi a distanza di molto tempo, in assenza di un unitario disegno criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - rel. Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GI. RO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 465/2009 CORTE APPELLO di CALTANISSETTA, del 15/10/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIO ROTELLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per rigetto.

RITENUTO IN FATTO E DIRITTO

1 - Gi. Ro. propone ricorso contro sentenza della Corte di Caltanissetta, che ne ha confermato la …

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