Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17693 del 28 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:17693PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando dei poteri e della posizione rivestita, si appropria di somme di denaro destinate alla Pubblica Amministrazione, simulando procedure di rimborso per giustificare l'ammanco, commette il reato di peculato di cui all'art. 314 c.p. Ciò anche qualora il soggetto non sia formalmente preposto alle fasi nevralgiche della procedura di rimborso, ma di fatto riesca ad ingerirsi in esse approfittando della disorganizzazione e impreparazione dei colleghi. La condotta non può essere riqualificata come truffa aggravata ex art. 640 c.p., in quanto il possesso delle somme da parte dell'agente pubblico è elemento costitutivo del peculato. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nel negare le circostanze attenuanti generiche, motivando adeguatamente con riferimento alla gravità del fatto e all'entità del danno cagionato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/03/2013 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udito in PUBBLICA UDIENZA del 21/04/2016, la relazione svolta dal Consigliere ANGELO COSTANZO;
Udito il Procuratore Generale in persona del OSCAR CEDRANGOLO che ha concluso per il rigetto del ricorso;
sentito l'avvocato (OMISSIS), del Foro di Roma e l'avvocato (OMISSIS), in difesa di (OMISSIS), che hanno concluso per …

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