Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11409 del 18 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:11409PEN

Massima

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Il diritto di critica, anche se esercitato in un contesto di contrapposizione politica o sociale, non può scriminare l'utilizzo di espressioni gravemente offensive e denigratorie nei confronti di soggetti terzi estranei al dibattito, che non partecipano direttamente alla controversia. Affinché la critica possa ritenersi legittima, è necessario che essa rispetti i requisiti della verità del fatto posto a suo fondamento, dell'interesse pubblico alla notizia e della continenza nell'esposizione, senza trascendere in attacchi personali gratuiti e inutilmente umilianti nei confronti della persona offesa. Inoltre, nel caso di enti commerciali, il concetto di reputazione da tutelare comprende anche il profilo connesso all'attività economica svolta e alla considerazione che l'ente ottiene nel contesto sociale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 40/2010 TRIBUNALE di RIMINI, del 06/04/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/06/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSA PEZZULLO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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