Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22675 del 10 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:22675PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura anche in presenza di una reiterazione di condotte moleste, anche se non numericamente elevata, purché idonee a cagionare un perdurante e grave stato di ansia e paura nella vittima, il cui accertamento non richiede necessariamente riscontri medico-legali, potendo essere desunto dalle dichiarazioni della persona offesa, valutate nella loro attendibilità. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che la condotta persecutoria sia l'unica causa del grave stato d'ansia e di paura della vittima, essendo sufficiente che essa abbia contribuito in modo determinante a determinarlo, anche se non in via esclusiva. La valutazione dell'attendibilità della persona offesa e della gravità del suo stato d'animo rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione non è sindacabile in sede di legittimità se non in caso di manifesta illogicità o travisamento della prova.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo A. - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/03/2015 della CORTE APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/02/2017, la relazione svolta dal Consigliere ANDREA FIDANZIA;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, dott. ((omissis)), ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
Udito il difensore avv. (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO…

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