Il Sindaco, nell'esercizio dei poteri di ordinanza contingibile e urgente, può disporre misure straordinarie di regolazione della circolazione stradale, quali la limitazione o il divieto di transito per determinati veicoli, solo in presenza di effettive e concrete situazioni di pericolo per la pubblica incolumità, debitamente accertate e motivate. Tali misure, tuttavia, devono essere proporzionate e ragionevoli, non potendo comportare restrizioni più gravose di quelle strettamente necessarie per fronteggiare l'urgenza, dovendo l'amministrazione privilegiare, ove possibile, soluzioni meno drastiche, come l'imposizione di limiti di velocità o il senso alternato. In assenza di comprovate ragioni di necessità e urgenza, l'ordinanza sindacale che dispone la chiusura definitiva di strade comunali ai veicoli di massa superiore a 3,5 tonnellate risulta illegittima per difetto di presupposti e irragionevolezza, non potendo l'amministrazione sacrificare in modo sproporzionato il diritto di libera circolazione e l'interesse privato alla realizzazione di un impianto produttivo. Inoltre, il Comune non può addurre generiche esigenze di tutela del patrimonio stradale o di ordine pubblico, senza fornire una puntuale e adeguata motivazione in ordine alle concrete condizioni di pericolo riscontrate. Infine, il danno risarcibile è subordinato alla prova del nesso di causalità diretta tra il provvedimento illegittimo e il pregiudizio lamentato, non potendo il giudice presumere automaticamente il ristoro di tutti i danni prospettati dalla parte ricorrente.