Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14483 del 11 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:14483PEN

Massima

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Nei reati di ingiuria e diffamazione, la scriminante della provocazione postula che la risposta reattiva sia pronta ed immediata, nel perdurare dello stato d'ira, intendendo l'immediatezza in senso relativo, essendo sufficiente che la reazione abbia luogo finché duri lo stato di reazione suscitato dal fatto provocatorio, senza che rilevi il mero trascorrere del tempo, purché il ritardo sia dipeso unicamente dalla natura e dalle esigenze proprie degli strumenti adoperati per ritorcere l'offesa. Tuttavia, è necessario che sussista il nesso eziologico tra il fatto ingiusto e lo stato d'ira, sicché, qualora le ingiurie siano intervenute a distanza di tempo, al di fuori di tale rapporto causale, e siano riferibili ad un sentimento differente, quale l'odio o il rancore, la scriminante della provocazione non può trovare applicazione. Inoltre, il riconoscimento dell'attenuante della provocazione, pur richiedendo che l'accumulo di rancore esploda anche a distanza di tempo per effetto di un episodio scatenante, non può essere richiesto per la prima volta in sede di legittimità, dovendo essere dedotto nei gradi di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BE. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 24/2009 TRIBUNALE di BRESCIA, del 18/06/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. STABILE C., che ha concluso per il rigetto del ricorso.

La corte:

OSSERVA

Be. Gi. ha pr…

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