Cassazione penale Sez. I sentenza n. 46098 del 7 novembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:46098PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. richiede la dimostrazione di un ruolo concreto e specifico dell'indagato all'interno della consorteria criminale, non essendo sufficiente il mero rapporto di amicizia o conoscenza con esponenti di spicco della stessa. Pertanto, ai fini della valutazione dei gravi indizi di colpevolezza, non sono sufficienti elementi fluidi e passibili di lettura alternativa, ma occorre un'approfondita motivazione che evidenzi il contributo effettivo dell'indagato alle attività tipiche dell'associazione, quali estorsioni, controllo del territorio e delle attività economiche. Analogamente, l'aggravante di cui all'art. 7 L. 203/1991 e le esigenze cautelari fondate sulla presunzione di cui all'art. 275 comma 3 c.p.p. devono essere riesaminate alla luce della rivalutazione della posizione dell'indagato in relazione al reato associativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. NOVIK Adet Toni - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 395/2014 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 06/03/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO ZAMPETTI;

sentite le conclusioni del PG Dott. Delehaye Enrico, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS) e (OMISSIS) che hanno chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza in data 06.03.2014 il Tribunale di Catania, cost…

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