Cassazione penale Sez. V sentenza n. 17341 del 24 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:17341PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave di morte, ai sensi dell'art. 612, comma 2, c.p., si configura quando la condotta dell'agente, anche attraverso gesti simbolici come il mimato utilizzo di un'arma, sia idonea a incutere timore nella vittima, menomandone la sfera della libertà morale, a prescindere dall'effettiva capacità di realizzare la minaccia. La valutazione della gravità della minaccia e della sua idoneità a suscitare timore nella persona offesa deve essere effettuata in concreto, tenendo conto delle circostanze del caso e delle caratteristiche soggettive della vittima. La sussistenza del concorso di persone nel reato può essere desunta dalle dichiarazioni della persona offesa, purché adeguatamente riscontrate da altri elementi probatori. Il beneficio della sospensione condizionale della pena può essere concesso dal giudice, in presenza dei presupposti di legge, anche in caso di condanna per il reato di minaccia grave, valutando la congruità della pena inflitta secondo i criteri di cui all'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4987/2008 CORTE APPELLO di ROMA, del 24/05/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/11/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE BERARDINIS SILVANA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso l'inammissibilita' del ricorso.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che chiede accoglimento del ricorso.

RITENU…

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