Cassazione penale Sez. II sentenza n. 13782 del 29 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:13782PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. non richiede necessariamente la presenza di una grande organizzazione criminale con un elevato numero di affiliati, ma può configurarsi anche in presenza di piccole realtà criminali che, pur contando un numero limitato di membri, siano in grado di avvalersi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e omertà, proiettandosi all'esterno attraverso un'opera di controllo del territorio e di prevaricazione nei confronti di chi vi abita, tale da determinare uno stato di soggezione non solo nei confronti degli onesti cittadini, ma anche di coloro che abbiano intenti illeciti, costringendoli ad aderire al sodalizio criminale. L'elemento qualificante dell'associazione mafiosa consiste, sul piano processuale, nella dimostrazione che gli associati, per raggiungere lo scopo sociale, si avvalgono della forza di intimidazione che promana dal vincolo associativo e profittano della condizione di assoggettamento omertoso, che a quella forza di intimidazione consegue, anche in assenza di eclatanti manifestazioni di violenza, essendo sufficiente la prova di un concreto effetto di "intimidazione ambientale" tale da rendere possibile il perseguimento dei particolari fini previsti dalla norma. Ai fini della punibilità a titolo di partecipazione, è necessario accertare, sul piano soggettivo, l'affectio societatis, ossia la consapevolezza e volontà del singolo di far parte stabilmente del gruppo criminoso, con piena condivisione dei fini perseguiti e dei metodi utilizzati, e, sul piano oggettivo, il suo fattivo inserimento nell'organizzazione criminale, attraverso la ricostruzione di un ruolo svolto dall'agente o di singole condotte che rivelino l'avvenuto inserimento nella realtà dinamica ed organizzativa del gruppo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. FILIPPINI Stefa - rel. Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI SALERNO;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 09/10/2018 del TRIB. LIBERTA' di SALERNO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. STEFANO FILIPPINI;
sentite le conclusioni del PG Dr. MOLINO PIETRO per l'annullamento con rinvio.
udito il difensore avvocato (OMISSIS) in difesa di (OMISSIS) che si riporta ai motivi di ricorso per l'annullamento o il rigetto del ric…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.