Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, nell'esaminare il ricorso principale e i ricorsi per motivi aggiunti proposti dai titolari di postazioni commerciali a rotazione site su area pubblica del territorio di Roma Capitale, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. In un provvedimento limitativo della sfera giuridica dei privati, avente natura formalmente e sostanzialmente "temporanea", quale la delocalizzazione temporanea di postazioni commerciali, l'elemento del termine di efficacia assume rilievo centrale, di talché la revisione di detto termine incide, quale provvedimento di secondo grado, sul contenuto tipico ed essenziale del primo, fino, in ipotesi, a modificarlo sostanzialmente. 2. Ogni provvedimento di "proroga" adottato dall'Amministrazione nel tempo si risolve in un nuovo provvedimento attuativo delle determinazioni del Tavolo Tecnico del Decoro, al pari della originaria delocalizzazione temporanea, e avrebbe pertanto dovuto essere adottato secondo uno schema procedimentale finanche rafforzato, con la partecipazione degli interessati. 3. La partecipazione dei privati destinatari degli effetti del provvedimento, ai sensi degli artt. 7 e seguenti della Legge n. 241 del 1990, è dovuta nelle determinazioni amministrative adottate in esecuzione di un accordo tra pubbliche amministrazioni, quando gli impegni raggiunti tra i soli enti pubblici stipulanti sono portati ad esecuzione attraverso atti aventi valore provvedimentale produttivi di modificazioni sfavorevoli nella sfera giuridica di terzi. 4. L'omissione della comunicazione di avvio del procedimento o di qualsivoglia atto istruttorio, con l'adozione di una determinazione del tutto "a sorpresa", viola le regole poste a garanzia degli interessi dei privati destinatari dell'azione amministrativa, che sono stati del tutto pretermessi, in violazione dei principi di democraticità, buon andamento ed imparzialità dell'azione amministrativa.