Cassazione penale Sez. III sentenza n. 15160 del 5 aprile 2018

ECLI:IT:CASS:2018:15160PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare prevista dall'art. 274 lett. c) c.p.p., deve essere valutato sulla base di un complesso di elementi, tra cui le specifiche modalità di realizzazione della condotta delittuosa, il peculiare contesto in cui il reato si è realizzato ed ha prodotto i suoi effetti, la qualificata personalità negativa dell'indagato e il suo inserimento in allarmanti contesti delinquenziali, idonei a rendere concreto e attuale il rischio di commissione di ulteriori delitti della stessa indole. La motivazione del provvedimento cautelare deve dare conto in modo adeguato, logico e conforme a diritto di tale valutazione complessiva, senza limitarsi alla mera gravità del titolo di reato o alla sola personalità dell'indagato. Il requisito dell'attualità del pericolo, introdotto dalla L. n. 47/2015, non implica l'imminenza della commissione di un nuovo reato, ma la continuità del periculum libertatis nella sua dimensione temporale, apprezzata sulla base della vicinanza ai fatti in cui si è manifestata la potenzialità criminale dell'indagato ovvero della presenza di elementi indicativi recenti, idonei a dar conto dell'effettività del pericolo di concretizzazione dei rischi che la misura cautelare è chiamata a neutralizzare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIALE Aldo - Presidente

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - rel. Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 18/09/2017 del Tribunale di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendola declaratoria di inammissibilita' del ricorso;
udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS) che ha concluso riportandosi ai motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO
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