Cassazione penale Sez. II sentenza n. 21703 del 17 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:21703PEN

Massima

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Il reato di truffa si configura quando l'agente, mediante artifici o raggiri, induce in errore la persona offesa e la determina a compiere un atto di disposizione patrimoniale, procurandosi così un ingiusto profitto. A tal fine, non rileva la mancanza di diligenza della vittima, essendo sufficiente che l'agente abbia ottenuto la fiducia della stessa attraverso condotte ingannevoli, anche se la persona offesa avrebbe potuto evitare il danno con una maggiore attenzione. Inoltre, la competenza territoriale per il reato di truffa si determina in base all'articolo 16 c.p.p., comma 1, in relazione alla violazione più grave, ovvero all'atto di disposizione patrimoniale di maggior valore. Infine, la valutazione della congruità della pena e la concessione o meno delle circostanze attenuanti generiche rientrano nella discrezionalità del giudice di merito, purché la relativa motivazione non sia frutto di mero arbitrio o di ragionamento illogico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - est. Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/12/2017 della Corte di Appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), per la parte …

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