Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32448 del 25 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:32448PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La valutazione delle risultanze istruttorie e l'apprezzamento del loro significato probatorio rientrano nella sfera del merito, non sindacabile in sede di legittimità se non quando il discorso giustificativo risulti viziato da manifesta illogicità o irrazionalità. Pertanto, le censure che si limitino a sollecitare una mera rivalutazione del materiale probatorio, senza denunciare specifici vizi logici della motivazione, sono inammissibili nel giudizio di cassazione. Inoltre, quando il rapporto tra i fatti lamentati e la pretesa azionata dalla parte civile sia immediato, è sufficiente, ai fini della costituzione di parte civile, il mero richiamo al fatto descritto nel capo d'imputazione o al titolo del reato, senza necessità di un'articolata esposizione delle ragioni giustificative della domanda.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giulian - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO G. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 06/12/2011 del Tribunale di Verona R.G. n. 40/2009;

visti gli atti, il provvedimento impugnato, il ricorso e la memoria depositata dalla parte civile;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito, per l'imputato, l'Avv. (OMISSIS), …

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