Cassazione penale Sez. III sentenza n. 8315 del 22 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:8315PEN

Massima

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Il reato di violazione di sigilli di cui all'art. 349 c.p. sussiste anche in assenza di materiale effrazione, qualora l'imputato abbia comunque violato la funzione strumentale e cautelare del sigillo, che è quella di identificare esattamente il bene e di intimare a chiunque di astenersi da qualsiasi atto che possa alterarne l'indisponibilità, come nel caso del semplice uso della cosa sottoposta a sigilli. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che l'imputato abbia continuato a edificare o comunque modificare lo stato dei luoghi, essendo sufficiente qualsiasi attività che frusti il vincolo di immodificabilità della cosa imposto dal sigillo. La mera sostituzione del difensore d'ufficio, senza che il precedente abbia svolto alcuna concreta attività difensiva, non determina la nullità della notifica del decreto di citazione, in quanto tale modifica può anzi valere a meglio assicurare l'effettiva assistenza dell'imputato negli atti processuali successivi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ALTIERI Enrico - Presidente

Dott. DE MAIO Guido - Consigliere

Dott. TERESI Alfredo - Consigliere

Dott. FIALE Aldo - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) GI. RO. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 10/05/2007 CORTE APPELLO di CATANIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE MAIO GUIDO;

Udito il Pubblico Ministero nella persona del Dott. SALZANO Francesco che ha chiesto il rigetto del ricorso.

MOTIVAZIONE

Con sentenza in data 10.5.2007 la Corte d'Appel…

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