Cassazione penale Sez. I sentenza n. 33470 del 28 agosto 2007

ECLI:IT:CASS:2007:33470PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel valutare l'applicabilità dell'istituto della continuazione tra più condanne per reati associativi, deve verificare se le condotte illecite contestate nelle diverse sentenze siano effettivamente riconducibili al medesimo disegno criminoso, in modo da poter ritenere che i singoli reati siano stati commessi in esecuzione di un unico programma delinquenziale. Tuttavia, tale vincolo di continuazione non può essere automaticamente desunto dalla mera circostanza che i reati associativi siano stati contestati come commessi "da epoca imprecisata", dovendosi invece accertare, sulla base di un'attenta disamina delle risultanze processuali, che già al momento della costituzione del sodalizio criminoso fossero stati chiaramente e definitivamente individuati i delitti-fine da realizzare. In assenza di tale prova, il giudice dell'esecuzione non può ritenere sussistente il vincolo della continuazione tra il reato associativo e i singoli reati-scopo, anche qualora questi ultimi siano stati commessi dagli stessi associati nell'ambito dell'attività del gruppo criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. GRANERO Francantonio - Consigliere

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LA. VI. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 22/11/2006 CORTE ASSISE APPELLO di CALTANISSETTA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO ALDO;

lette le conclusioni del P.G. Dott. ((omissis)), il quale ha richiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

1. Con ordinanza del 22 novembre 2006 la Corte di Assise di Appello di Caltanissetta, in funzione di giudice del…

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