Cassazione penale Sez. II sentenza n. 49409 del 29 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:49409PEN

Massima

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Il delitto di usura si configura come reato a condotta frazionata o a consumazione prolungata, in quanto i pagamenti effettuati dalla persona offesa in esecuzione del patto usurario compongono il fatto lesivo penalmente rilevante. Pertanto, rispondono a titolo di concorso nel reato i terzi, estranei all'accordo originario, che intervengono dando impulso alla procedura esecutiva per il recupero dei crediti rimasti inadempiuti e per il conseguimento dell'illecito vantaggio usurario. L'elemento soggettivo del reato di usura è desumibile dalla condotta tenuta dall'agente, in particolare dalla sua partecipazione all'esecuzione del patto usurario e alle condotte estorsive connesse. Inoltre, la responsabilità per il delitto di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di usura, estorsione, riciclaggio e truffa può essere affermata anche in presenza di un sodalizio criminoso non particolarmente articolato, purché caratterizzato da una condivisione dei programmi e delle aspettative illecite finalizzati alla realizzazione di molteplici tipologie di reati contro il patrimonio, con ripartizione di ruoli e competenze tra i vari soggetti coinvolti, e dalla consapevolezza del ricorrente della natura criminosa degli "affari" condotti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. CIANFROCCA P. - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppin - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
contro la sentenza della Corte di Appello di Roma dell'11.3.2016;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza dell'11.3.2016 la Corte di Appello di Roma ha confermato quella con cui il GIP d…

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