Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'atto di appello, ai sensi degli artt. 342 e 434 c.p.c., deve contenere una chiara individuazione delle questioni e dei punti contestati della sentenza impugnata, affiancando alla parte volitiva una parte argomentativa che confuti e contrasti le ragioni addotte dal primo giudice. Tuttavia, non è richiesto il rispetto di particolari formule sacramentali o la redazione di un progetto alternativo di decisione, essendo sufficiente che l'appellante chieda al giudice di appello di valutare "ex novo" le prove già raccolte e sottoponga le argomentazioni difensive già svolte in primo grado. L'interpretazione delle norme processuali deve favorire, per quanto possibile, il raggiungimento di una decisione di merito, essendo gli esiti abortivi del processo un'ipotesi residuale, in ossequio ai principi di proporzionalità e di effettività della tutela giurisdizionale sanciti dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Pertanto, la declaratoria di inammissibilità dell'appello per mancanza di specificità dei motivi, in assenza di una effettiva carenza di tali requisiti, costituisce una violazione del diritto di accesso al giudice.