Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24429 del 28 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24429PEN

Massima

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La coltivazione di piante di canapa indiana, anche se non ancora giunte a maturazione, integra il reato di cui all'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990, in quanto condotta di per sé pericolosa e idonea ad arricchire la provvista di materia prima, creando potenzialmente maggiori occasioni di spaccio. Ai fini della sussistenza del reato, non rileva il grado di maturazione raggiunto dalle piante né il livello di concentrazione del principio attivo (THC), essendo sufficiente l'idoneità della coltivazione a produrre sostanze stupefacenti. Il giudizio di colpevolezza può fondarsi su un complesso di elementi indiziari gravi, precisi e concordanti, come la vicinanza della piantagione all'abitazione dell'imputato, il rinvenimento di materiali compatibili con la coltivazione, la presenza dell'imputato sul luogo e le sue dichiarazioni spontanee. La dichiarazione autoindiziante resa dall'imputato, anche se in una fase antecedente all'iscrizione nel registro degli indagati, è utilizzabile nel giudizio abbreviato, in quanto tale rito si fonda su un giudizio allo stato degli atti. Il giudice di merito, nel determinare la pena, può legittimamente escludere l'applicazione delle circostanze attenuanti, anche generiche, sulla base di una valutazione discrezionale e motivata delle modalità e dell'entità della condotta illecita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MILO Nicola - rel. Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GI. DO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 461/2008 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 22/09/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/02/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MILO Nicola;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE Enrico che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. D'Ascola N., che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

FATTO E …

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