Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La confisca di prevenzione, quale misura di prevenzione patrimoniale, ha natura preventiva e non sanzionatoria, sicché trova applicazione il regime di retroattività previsto per le misure di sicurezza dall'art. 200 c.p., con la conseguenza che la disciplina introdotta dalla L. n. 94 del 2009, che ha modificato l'art. 2-bis della L. n. 575 del 1965 (ora art. 24 del D.Lgs. n. 159 del 2011 - Codice Antimafia), si applica anche alle fattispecie realizzatesi prima della sua entrata in vigore. Pertanto, il giudice può disporre la confisca di beni anche prescindendo dalla verifica della pericolosità sociale attuale del proposto, qualora emerga la sproporzione tra il suo tenore di vita e i redditi dichiarati o l'investimento di capitali di provenienza illecita in attività economiche, in quanto tali elementi sono idonei a far presumere l'esistenza di una pericolosità qualificata. La motivazione del provvedimento di confisca deve comunque illustrare in modo congruo e logico gli elementi fattuali posti a fondamento della decisione, senza che sia necessario un puntuale riscontro di ogni singola argomentazione difensiva.