Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21457 del 22 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:21457PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel dichiarare inammissibile il ricorso per cassazione avverso la sentenza di condanna per furto, afferma il principio secondo cui la motivazione della decisione di merito, che abbia adeguatamente esaminato e confutato le deduzioni difensive circa presunte contraddizioni tra le prove testimoniali, non è viziata da carenza o illogicità, quando la ricostruzione dei fatti risulti sorretta da un compendio probatorio solido e coerente, costituito dal rinvenimento della refurtiva nella disponibilità dell'imputato e dalla mancata credibilità della sua giustificazione. Pertanto, il giudice di legittimità è tenuto a dichiarare inammissibile il ricorso che si limiti a denunciare genericamente presunte contraddizioni tra le prove, senza indicare specificamente quali siano le discrasie tra le deposizioni testimoniali non adeguatamente esaminate dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

DI. BA. LU. n. il (OMESSO);

avverso la SENTENZA del 27/02/2008 della CORTE DI APPELLO di BARI;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorse;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. OLDI Paolo;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FEBBRARO Giuseppe che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. DIONESALVI Salvatore.

MOTIVI DELLA DEC…

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