Consiglio di Stato sentenza n. 1799 del 2018

ECLI:IT:CDS:2018:1799SENT

Massima

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L'autorizzazione paesaggistica comunale, quale espressione dell'esercizio di valutazioni tecniche, deve contenere un'adeguata motivazione che indichi in modo dettagliato: i) la descrizione dell'edificio mediante indicazione delle dimensioni, delle forme, dei colori e dei materiali impiegati; ii) il contesto paesaggistico in cui esso si colloca, anche mediante l'indicazione di eventuali altri immobili esistenti, della loro posizione e dimensioni; iii) il rapporto tra edificio e contesto, anche mediante l'indicazione dell'impatto visivo al fine di stabilire se esso si inserisca in maniera armonica nel paesaggio. In mancanza di tale motivazione, la Soprintendenza competente può legittimamente annullare l'autorizzazione paesaggistica comunale per vizio di legittimità, ivi compreso l'eccesso di potere in ogni sua figura sintomatica, senza che ciò comporti un indebito riesame complessivo delle valutazioni compiute dall'ente competente. Tuttavia, tale limite sussiste soltanto se l'ente che rilascia l'autorizzazione di base abbia adempiuto al suo obbligo di motivare in maniera adeguata in ordine alla compatibilità paesaggistica dell'opera. In caso contrario, sussiste un vizio d'illegittimità per difetto o insufficienza della motivazione e ben possono gli organi ministeriali annullare il provvedimento adottato per vizio di motivazione e indicare - anche per evidenziare l'eccesso di potere nell'atto esaminato - le ragioni di merito che concludono per la non compatibilità delle opere realizzate con i valori tutelati. Il termine perentorio di 60 giorni previsto per l'esercizio del potere di annullamento da parte della Soprintendenza decorre solo da quando l'intera documentazione rilasciata sia stata effettivamente ricevuta dallo stesso Ministero, non verificandosi pertanto alcuna sospensione o interruzione nel caso in cui sia necessaria un'integrazione della documentazione, bensì soltanto l'effetto della non decorrenza del termine.

Sentenza completa

Pubblicato il 20/03/2018

N. 01799/2018REG.PROV.COLL.

N. 09632/2011 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9632 del 2011, proposto da:
Aldo Prati, rappresentato e difeso dall'avvocato Francesco Paolucci, con domicilio eletto presso lo studio Massimo Letizia in Roma, viale Angelico, 103;

contro

Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendente per i Beni Ambientali e Architettonici dell'Emilia Romagna, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi, 12;
Comune di Imola, Dirigente dell'Ufficio Tecnico-Sezione Urbanistica non costituiti in giudizio;

per la riforma

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