Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25864 del 19 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:25864PEN

Massima

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Il sequestro amministrativo di un bene, disposto ai sensi di legge, comporta l'obbligo di custodia in capo al proprietario o detentore, la cui violazione integra il reato di sottrazione di cose sottoposte a sequestro di cui all'art. 334 c.p., punibile d'ufficio, e non il reato di sottrazione di cose sottoposte a pignoramento o sequestro giudiziario di cui all'art. 388 c.p., punibile a querela di parte. Il proprietario o detentore di un bene sottoposto a sequestro amministrativo è pertanto tenuto a custodirlo diligentemente, senza poterlo sottrarre o porre in circolazione, a pena di incorrere nella responsabilità penale prevista dall'art. 334 c.p., a prescindere dalla presentazione di querela da parte del soggetto che ha disposto il sequestro. Il principio di diritto si fonda sulla chiara distinzione, operata dalla giurisprudenza di legittimità, tra il sequestro amministrativo, disciplinato da norme di natura pubblicistica, e il sequestro giudiziario o conservativo, di natura privatistica, con la conseguente applicazione di differenti fattispecie incriminatrici in caso di violazione degli obblighi di custodia. Tale distinzione risponde all'esigenza di tutelare efficacemente l'interesse pubblico sotteso ai provvedimenti ablatori adottati dalla pubblica amministrazione nell'esercizio dei propri poteri di controllo e di vigilanza, a prescindere dalla volontà del privato di promuovere l'azione penale. La massima afferma pertanto il principio secondo cui il proprietario o detentore di un bene sottoposto a sequestro amministrativo è penalmente responsabile, ai sensi dell'art. 334 c.p., per la sua sottrazione o messa in circolazione, a prescindere dalla presentazione di querela, in quanto tale condotta viola l'obbligo di custodia imposto dalla legge a tutela dell'interesse pubblico sotteso al provvedimento ablatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio S. - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore generale della Repubblica presso la corte d'appello di Palermo;

nel procedimento penale nei confronti di:

DI. MA. Gi. , n. a (OMESSO);

avverso la sentenza del tribunale di Termini Imerese, emessa in data 26.10.2006;

letto il ricorso e il provvedimento impugnato;

udita in pubblica udienza la relazione del Cons. Dott. F. Ippolito;

udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sosti…

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