Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8817 del 4 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:8817PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la pena da applicare in caso di minaccia aggravata, è tenuto a effettuare un giudizio di comparazione tra le attenuanti generiche concesse e l'aggravante speciale prevista dall'art. 612, comma 2, c.p., ai sensi dell'art. 69 c.p. Qualora da tale valutazione comparativa emerga una situazione di equivalenza tra circostanze attenuanti e aggravanti, la pena applicabile sarà quella prevista per l'ipotesi base di minaccia semplice, ossia la sola pena pecuniaria di cui all'art. 612, comma 1, c.p., e non la pena detentiva prevista per la fattispecie aggravata. Ciò in quanto l'art. 612, comma 2, c.p. non configura un'autonoma figura di reato, ma una mera aggravante della fattispecie base di minaccia, la cui applicazione è subordinata all'esito del giudizio di comparazione tra circostanze ai sensi dell'art. 69 c.p. Il giudice che ometta tale valutazione comparativa commette un vizio di motivazione che comporta l'annullamento della sentenza con rinvio per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI BRESCIA, nei confronti di:

1) GH. FA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 14641/2008 GIP TRIBUNALE di BRESCIA, del 08/04/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/01/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SAVANI Piero;

Udito il Procuratore Generale in persero del Dott. GALATI Giovanni che ha concluso per l'…

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