Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20624 del 15 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:20624PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, subisce minacce e offese all'onore e al prestigio da parte di un soggetto che pretende spiegazioni in merito a un precedente provvedimento adottato, può legittimamente essere tutelato attraverso le fattispecie di tentata violenza privata e oltraggio a pubblico ufficiale, a prescindere dall'effettiva intimidazione subita. Ciò in quanto la valutazione della idoneità della minaccia a condizionare l'agire del pubblico ufficiale deve essere effettuata in base a criteri oggettivi, considerando le circostanze del caso concreto, senza che assuma rilievo l'effettiva capacità di resistenza del destinatario della condotta. Inoltre, la persistente costituzione di parte civile da parte della persona offesa equivale alla manifestazione della volontà di punizione, anche in caso di mutamento del regime di procedibilità del reato di violenza privata, rendendo irrilevante la necessità di una formale presentazione della querela.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. DI NICOLA T. Paola - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - rel. Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa dalla Corte di appello di Palermo il 14/10/2021;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Pietro Silvestri;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale, Dott. Giuseppe Riccardi, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
lette le conclusioni dell'avv. (OMISSIS), difensore dell'imputato, che ha insistito per l'accoglim…

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