Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24539 del 12 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:24539PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare la legittimità di un provvedimento cautelare, deve verificare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza sulla base di elementi probatori idonei a fondare un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità dell'indagato, senza che sia necessario il raggiungimento del medesimo grado di convincimento richiesto per una pronuncia definitiva di condanna. La motivazione del provvedimento cautelare deve illustrare in maniera precisa i fatti emersi dal quadro probatorio, evidenziandone il profilo di rilevante gravità, in modo logico e giuridicamente coerente, sottraendosi così al sindacato di legittimità. L'inutilizzabilità di atti di indagine, come le intercettazioni, deve essere dedotta in modo specifico, indicando l'atto affetto dal vizio denunciato e curandone l'effettiva acquisizione al fascicolo trasmesso al giudice di legittimità, a pena di inammissibilità del motivo per genericità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. CARMENINI Dino Secondo - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GI. SA. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 03/07/2008 TRIB. LIBERTA' di MESSINA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARMENINI SECONDO LIBERO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. Galati Giovanni che ha chiesto il rigetto del ricorso;

sentite le conclusioni dell'avv. Fonte Leone, quale sostituto processuale dell'avv. Geraci, che ha chiesto accogliersi il ricorso.

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