Il dolo alternativo è configurabile quando l'agente, pur non avendo come fine primario l'uccisione della vittima, accetta consapevolmente il rischio di cagionarne la morte attraverso modalità esecutive particolarmente violente e potenzialmente letali, come l'investimento intenzionale con un veicolo in forte accelerazione seguito da reiterati colpi con un oggetto contundente. Ciò integra il tentativo di omicidio pluriaggravato, a prescindere dall'effettivo verificarsi dell'evento morte, essendo sufficiente l'idoneità e inequivocità dell'azione lesiva diretta a provocare conseguenze letali. La sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e di esigenze cautelari, come la gravità del fatto, le modalità esecutive, l'indole aggressiva e la pericolosità sociale dell'agente, giustificano l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, non essendo adeguata una misura meno afflittiva come gli arresti domiciliari, neppure se rinforzata da presidi elettronici di controllo.