Tribunale Amministrativo Regionale Veneto - Venezia sentenza breve n. 876 del 2019

ECLI:IT:TARVEN:2019:876SENB

Massima

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L'occupazione del suolo pubblico, in quanto utilizzo a fini privati di spazi pubblici sottratti all'uso comune, comporta l'esercizio di un'ampia ed estesa discrezionalità amministrativa, che si esplica non solo nella scelta delle aree da occupare, ma anche nella determinazione della dimensione, dei tempi e dei modi dell'occupazione, nonché di tutte le eventuali restrizioni e forme di contemperamento ritenute opportune dal punto di vista viabilistico, urbanistico, architettonico, paesaggistico, tenendo conto della pluralità di interessi pubblici e privati coinvolti. L'Amministrazione comunale, sentito il Soprintendente, può individuare le aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l'esercizio del commercio, al fine di assicurare il decoro dei complessi monumentali e degli altri immobili del demanio culturale interessati da flussi turistici particolarmente rilevanti, nonché delle aree ad essi contermini. L'approvazione dei cc.dd. "Pianini", atti che fissano criteri e limiti particolari per la concessione delle occupazioni del suolo pubblico per l'esercizio del commercio in zone della città storica di particolare pregio, comporta la revoca delle concessioni di suolo pubblico risultate incompatibili con il nuovo assetto del territorio disegnato dal pianificatore. Tuttavia, tale revoca deve essere proporzionata, limitandosi alla sola porzione di suolo pubblico divenuta incompatibile, senza estendersi all'intera concessione. L'obbligo di comunicazione dell'avvio del procedimento e di motivazione è espressamente escluso per i regolamenti e gli atti amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione, quali i "Pianini", in quanto atti rivolti ad una generalità di soggetti che rendono impraticabile la comunicazione a tutti i destinatari. Le scelte effettuate dal Comune nell'esercizio del potere di pianificazione, a contenuto ampiamente discrezionale, costituiscono apprezzamento di merito sottratto al sindacato di legittimità, salvo che non siano inficiate da errori di fatto o da abnormi illogicità. Infine, la disciplina europea e nazionale sulle liberalizzazioni prevede che la libertà d'iniziativa economica possa essere limitata o esclusa per effetto di motivi imperativi d'interesse generale, quali la tutela dell'ambiente urbano, a condizione che dette restrizioni rispettino i limiti della proporzionalità, della ragionevolezza e del minimo mezzo.

Sentenza completa

Pubblicato il 24/07/2019

N. 00876/2019 REG.PROV.COLL.

N. 00657/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto

(Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex art. 60 cod. proc. amm.;
sul ricorso numero di registro generale 657 del 2019, proposto da
Agasson S.n.c. di Nakhil Ayman Essa Shehata e Nakhil Amgad, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati Claudio Codognato, Federica Pizzolla, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Federica Pizzolla in Venezia, Piazzale Roma 466/B;

contro

Comune di Venezia, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Antonio Iannotta, Nicoletta Ongaro, Silvia Privato, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio e…

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