Al pari dell`autorizzazione all`allontanamento dal servizio prevista dall`art. 148 n. 1 cod. pen. militare per la diserzione propria, il giusto motivo indicato nell`art. 148 n. 2, per la diserzione impropria va configurato non come una esimente da punibilita`, bensi` come elemento integrativo del reato, in quanto esclude l`antigiuridicita` dell`omessa presentazione in servizio del militare nei cinque giorni successivi a quello prefisso. Con la conseguenza che ad esso (giusto motivo) non va applicato il regime delle esimenti, e quindi nemmeno il principio per esse sancito dall`art. 59 secondo cpv. cod. pen. che consente l`ingresso a quelle putative. Ne deriva ulteriormente che il giusto motivo escludente la antigiuridicita` dell`omissione, quando dedotto, non puo` essere confuso ne` con la forza maggiore (art.160; 45 cod. pen.) ne` con lo stato di necessita` (art. 54 cod. pen.) i quali, invece, sono cause esimenti da punibilita` conseguente a reato gia` perfetto in ogni sua parte. E` giusto motivo non solo quello costituito da un impedimento oggettivo, ma anche quello di carattere morale, purche` connotato da peculiare gravita` ed eccezionale contingenza, rivestito cioe` da tale urgenza da non consentire una regolare autorizzazione, sicche` e` escluso allorquando sia fondato su personale opinione.