Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24522 del 9 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24522PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, non può essere desunto esclusivamente dalla gravità del titolo di reato o dalla consistenza storica dei reati commessi, ma richiede la sussistenza di un concreto e attuale pericolo, valutato anche in relazione alla personalità dell'indagato, alla luce di elementi specifici e circostanziati, quali la recente commissione di ulteriori reati, la permanenza di collegamenti con l'organizzazione criminosa o la concreta possibilità di ripristinare tali collegamenti, nonché l'assenza di un significativo lasso temporale dalla commissione dei fatti contestati. L'incensuratezza dell'indagato e l'allontanamento dei soggetti strumentali all'attività criminosa possono, in assenza di tali elementi, escludere il pericolo di reiterazione, anche in presenza di reati gravi e di una consistente attività delittuosa pregressa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. ALMA Marco Maria - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA presso il Tribunale di Lecce;

avverso l'ordinanza del 16/01/2015 del Tribunale del Riesame di Lecce pronunciata nei confronti di:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

Visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. Giulio Romano che ha concluso per il rigetto.

FATTO E DIRITTO

1. Con ordinanza del 16/01/2015…

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