Il riconoscimento fotografico e personale della vittima, corroborato da ulteriori elementi di riscontro, costituisce prova sufficiente per la condanna per rapina impropria, anche in assenza di violenza diretta sulla persona offesa, quando la condotta dell'imputato, consistita nell'aprire la portiera del veicolo e allontanarsi urtando la vittima, sia stata comunque idonea a cagionare un evento lesivo della sfera personale della stessa. Il giudice di merito, nel valutare la credibilità e l'attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa, deve motivare in modo esauriente e logico le ragioni per le quali ritiene attendibili o meno tali dichiarazioni, senza incorrere in vizi logici o carenze motivazionali censurabili in sede di legittimità. La qualificazione giuridica del fatto come rapina impropria è corretta quando l'imputato, pur non avendo esercitato violenza diretta sulla vittima, abbia comunque posto in essere una condotta violenta idonea a cagionare un evento lesivo della sfera personale della stessa.