Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25927 del 7 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:25927PEN

Massima

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Il coinvolgimento di un soggetto in un'associazione mafiosa può essere desunto dalla sua partecipazione a riunioni e incontri tra gli associati, anche in assenza di dichiarazioni dirette di collaboratori di giustizia, purché tali partecipazioni siano riscontrate da elementi oggettivi come intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di videoripresa e dichiarazioni de relato dei collaboratori, che dimostrino il ruolo attivo dell'indagato all'interno del sodalizio criminale. In tali contesti, la mancata audizione delle fonti delle notizie riferite dai collaboratori non inficia la valenza probatoria delle loro dichiarazioni, in quanto il flusso circolare di informazioni all'interno dell'associazione mafiosa rende superflua l'individuazione della fonte originaria. Ai fini dell'adozione di misure cautelari, è sufficiente un giudizio di qualificata probabilità in ordine alla responsabilità dell'indagato, senza che si debba raggiungere il medesimo grado di certezza richiesto per un giudizio di colpevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - rel. Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PR. OR. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 228/2010 TRE. LIBERTA' di CATANIA, del 08/02/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GENNARO MARASCA;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dr. Febbraro Giuseppe, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore dell'imputato avvocato Abbascia' Maurizio, che ha concluso per l'annullamento della ordinanza i…

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