Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 42849 del 18 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:42849PEN

Massima

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Il reato di abuso d'ufficio di cui agli articoli 110 e 323 c.p. richiede che il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio realizzi la condotta illecita agendo nella sua veste istituzionale, con un nesso funzionale tra l'attività svolta e l'abuso commesso, tale da procurare a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o arrecare un ingiusto danno a terzi. Pertanto, comportamenti tenuti dal pubblico agente nella sua sfera privata, senza servirsi dell'attività funzionale svolta, non integrano gli estremi del reato di abuso d'ufficio, anche qualora possano configurare una violazione del dovere di correttezza. Il giudice dell'udienza preliminare può pronunciare sentenza di non luogo a procedere ex art. 425 c.p.p. quando ritenga che non esista una prevedibile possibilità che il dibattimento possa approdare ad una soluzione conforme alla prospettazione accusatoria, in quanto gli elementi acquisiti non consentono di ritenere integrati gli elementi costitutivi del reato ipotizzato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaeta - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI LAGONEGRO;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 349/2012 GIUDICE UDIENZA PRELIMINARE di SALA CONSILINA, del 01/02/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GAETANO DE AMICIS;

sentite le conclusioni del PG Dott. Eduardo Vittorio Scardaccione, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISS…

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