Cassazione penale Sez. II sentenza n. 15100 del 8 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:15100PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condotta intimidatoria e minacciosa, anche se non accompagnata da una esplicita richiesta di denaro, può integrare il reato di tentata estorsione qualora sia idonea a creare un clima di coartazione della volontà della persona offesa, inducendola a consegnare indebitamente una somma di denaro. A tal fine, rilevano non solo le espressioni verbali utilizzate, ma anche il contesto ambientale e la personalità del soggetto agente, qualora siano tali da suscitare un ragionevole timore nella vittima. La mancata consumazione del reato per il rifiuto della persona offesa di cedere al ricatto non esclude la configurabilità del tentativo, in assenza di una prova certa della volontaria desistenza dell'autore. Inoltre, la motivazione sulla determinazione della pena è ritenuta sufficiente laddove faccia riferimento, anche in modo sintetico, ai criteri di cui all'art. 133 c.p., senza necessità di un'analitica valutazione di tutti gli elementi prospettati dalle parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. CARMENINI Secondo - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

SC. GI. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza del 15.11.2004 emessa dalla Corte di Appello di Ancona;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere dott. Domenico Gentile;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dott. Galati Giovanni, il quale ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il Difensore, nominato in questa sede, Avv. Manfre…

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