Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31433 del 10 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:31433PEN

Massima

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La distinzione tra il reato di truffa, consumata attraverso la prospettazione di un pericolo rappresentato dalla minaccia alla libertà personale e di iniziativa economica della vittima, e il reato di estorsione deve essere effettuata valutando la concreta modalità della condotta. Si verte nell'ipotesi estorsiva quando il male prospettato si presenta incontrastabilmente derivato dalla volontà potestativa dell'agente e coarta la volontà della vittima, rappresentando un evento di danno futuro in ipotesi realizzabile dallo stesso agente; si verte invece nell'ipotesi della truffa quando la minaccia del pericolo irrealizzabile, per la sua intrinseca consistenza, non ha capacità coercitiva, ma si limita ad influire sul processo di formazione della volontà deviandolo attraverso l'induzione in errore. La valutazione dell'efficacia coercitiva, piuttosto che semplicemente manipolativa della minaccia, deve essere svolta con apprezzamento di merito da effettuarsi ex ante, che se adeguatamente argomentato in fatto non è censurabile nel giudizio di legittimità. Pertanto, la distinzione tra truffa ed estorsione non può dipendere dall'esame obiettivo diretto della psiche della vittima al momento del fatto, ma deve fondarsi sull'analisi della concreta modalità della condotta e della sua idoneità a coartare irresistibilmente la volontà della persona offesa, tenendo conto degli indici sintomatici esterni e della credibilità della minaccia rappresentata, così come percepita dalla vittima. Solo quando la minaccia si presenta come incontrastabilmente derivata dalla volontà dell'agente e idonea a piegare la volontà della vittima, si configura il reato di estorsione, mentre quando la minaccia del pericolo, per la sua intrinseca consistenza, non ha capacità coercitiva ma si limita ad influire sul processo di formazione della volontà deviandolo attraverso l'induzione in errore, si configura il reato di truffa aggravata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. DE SANTIS Anna Maria - Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/1/2019 della Corte di appello di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Massimo Perrotti;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Perrelli Francesca Romana, che ha concluso per la inammissibilita' dei motivi di ricorso;
udito il difensore dell'imputato, avv. (OMISSIS), che ha esposto i motivi di ricorso, dei q…

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