Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22095 del 4 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:22095PEN

Massima

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Il giudizio di legittimità sulla sentenza di condanna non può essere incentrato su motivi di ricorso che siano manifestamente infondati o inammissibili per essere stati sollevati per la prima volta in sede di legittimità, senza essere stati previamente dedotti in appello. Pertanto, il decreto di citazione diretta a giudizio non è nullo per la mancata indicazione dell'avvertimento all'imputato che, in caso di sua mancata comparizione, si sarebbe proceduto in sua assenza, in quanto tale omissione non integra una nullità prevista a pena di nullità dalla legge e non pregiudica il diritto di difesa dell'imputato, essendo finalizzata solo ad informarlo della possibilità di celebrazione del processo in sua assenza. Inoltre, i motivi di ricorso relativi alla ritenuta recidiva, non previamente dedotti in appello, sono inammissibili in sede di legittimità, non potendo la Corte di Cassazione esaminare questioni nuove rispetto a quelle già vagliate dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di appello di Caltanissetta del 13 febbraio 2020;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal componente PATERNO' RADDUSA Benedetto;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1 Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Caltanissetta ha conf…

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