Il parere di compatibilità paesaggistica, previsto dall'art. 32 della L. 47/1985 come novellato dalla L. 326/2003, è un sub-procedimento inscrivibile nell'ambito del procedimento principale di sanatoria edilizia, il cui termine complessivo di definizione è stabilito in 24 mesi dalla presentazione della domanda di condono. Pertanto, prima del decorso di tale termine massimo, non si configura alcun silenzio giuridicamente significativo, né un provvedimento esplicito di diniego, essendo facoltà dell'amministrazione attivare in qualsiasi momento il sub-procedimento per il rilascio del parere paesaggistico, purché nel rispetto del termine complessivo previsto per la definizione della pratica di condono. Il legislatore, infatti, ha abbandonato il criterio della provvedimentalità del silenzio, valorizzando il momento di cogestione degli interessi attraverso la conferenza di servizi, nella quale il motivato dissenso espresso dall'autorità preposta alla tutela del vincolo paesaggistico preclude il rilascio del titolo abilitativo in sanatoria. In assenza di tale dissenso espresso e motivato, l'esito del sub-procedimento è costituito dal rilascio del titolo abilitativo in sanatoria sulla base della espressa compatibilità paesistica, ovvero dalla comunicazione del parere negativo ai sensi dell'art. 10-bis della L. 241/1990. Pertanto, solo allo scadere del termine complessivo di 24 mesi, senza che l'amministrazione abbia provveduto, il privato potrà dolersi dell'inerzia amministrativa, impugnando il silenzio non significativo ma meramente comportamentale.